Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 334

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quel che le forme sostanziali loro sentendo ponno fare,
né saperebbono ubedire a gli angioli se non sentissero il
commandamento. Dunque ad ogni modo sta bene che tutti
habbiano senso, chi più chiaro come il cielo i venti gli
animali, e chi più scuro come la terra le piante le pietre.
Il che farà noto la loro amicizia et nimicizia, nata dalla
conoscenza della simiglianza e dissimiglianza tra
loro. Né tutti haveranno bisogno d'organi per sentire,
poiché questi serveno per portar la cosa sensibile alla parte
sensiente, ma i vapori e liquori toccano e sentono. Di più
non hanno di bisogno di piedi a moversi, perché questi servono
allo spirito chiuso dentro una machina grave, la quale,
appoggiando la mezza sopra l’una base o due o più, move
l’altra mezza, sopra cui s'appoggia poi a mover l’altra;
ma l’aria e l’altre cose similari senza contrasto si moveno
di gravezza e senza bisogno d'appoggio. I pesci e gli uccelli
sopra l’ali si sostentano a vicenda, aggravando l’aria.
Dunque il sentire non è delli occhi e degli altri organi,
perché questi nel morto non sentono, ma è de lo spirito e
de principij delle cose tutte». «Saran, disse Dio, però gli

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