Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 362
e. Il sangue che va per l’arteria venale fa il polmone: si dice
arteria, perché è composta di tre tuniche come l’arteria; venale,
perché ha sangue senza polso notabile, come han le vene.
f. Il fiato vien dilatato per un canal al destro del cuore, mentre
si dilata et insieme riceve sangue dal sinistro lato e fiato dal polmone.
E stringendosi la membranella tiene il canal del
polmone a cui soprastà, e s'apre l’arteria, cedendo al sangue la
membranella che dentro lei sta.
g. Il <plesso retiforme>è fatto per battere in molte parti il
sangue e far subito molti spiriti.
h. Avivar il corpo e dargli moto e senso.
i. Non tutti moscoli han nervi, ma tutti hanno vene et arteria
per irrigarsi e son vestiti d'una membranella: questi stringendosi,
si stende la parte in cui son appoggiati, et allargandosi si piega.
Nascono dal fin de l’osso d'ogni giuntura e si dilatano sopra l’osso
dell’altra parte aggionta sino al fine, dove s'insertano nella coda
(che sempre va stringendosi), donde nacquero <i muscoli> della
seguente giontura.
k. l’arteria vocale nasce manifestamente <dal capo>, dove
ha il suo tronco; donque e l’altre <sono della stessa sostanza e
origine>.
l. Non si fa il polso per bollamento di sangue, come Aristotele
disse, perché non sarebbe equale in ogni arteria, né le vene foran
distese di senso.