Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 364

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q. E non è l’anima il fiato inspirato col polmone,
scaldato nel cuore e sparso per il corpo, come disse Varrone, sibene
esso si faccia anima, cioè spirito, e sia avviator del calor
vitale, come ben disse Lattanzio Firmino.
r. I pesci non hanno bisogno d'inspirazione che spinga dentro
il calor natio ad avivar il corpo e fare spirito, perché dall’acque è
risosspinto lo spirito loro sì che non eshala: e non hanno tal caldo
forte da fare fuliggini, per li quali iscacciare respirino.
s. Non si fa moto si l’anima non si muove, come Aristotele
disse. Nello piegar e dispiegar aviene tal caldo e freddo dall’imaginativa,
perché non si può esplicar come ella possa far il caldo e
freddo tutto in un tempo, come quando si balla è mistieri, e
come ella senza esser caldo né freddo questo face.
t. Ma la vertebra mezzana, centro dell’altre, è abbracciata e
non abbracciante. E le sue contigue son attaccate ancho da una
membrana che cinge la medolla dentro a esse infusa, e di sciappete
di cartilagine appasticciate fra loro, che servono acciò meglio si
giri l’animale e si pieghi avanti e dietro senza dislocarsi l’ossa e
senza allontanarsi; il che non si farebbe, se fussero continui,
così commodamente.
u. Non ha bisogno l’animale per moversi di una parte immobile,
come Aristotele disse, per centro, poiché il cuore,
in cui egli fonda i moti, più d'ogni parte si move. Ha ben bisogno

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