Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 397

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parte superiore inferiore, la destra sinistra, perché dal cono
della piramide (la cui base è la faccia, el cono si fa nello
specchio) si fondono li raggi oltre incrocicchiati, sì che
nella opposita parte fanno un'altra base, la quale ha li
raggi superiori per inferiori, li destri per sinistri: come si
vede chiudendo la camera e lasciando intrare il sole per un
buco stretto invitriato, apponendoli, dalla parte dentro, un
altro specchio. Si veggon poi le cose grandi, perché la
luce a noi grande angolo face, e le picciole picciole: e le
strette luce riflettono, la quale si va stringendo verso l’occhi
a modo di piramide. E però le cose grandi di lontano
parono anche picciole, non solo quelle che son viste per
mezzo della luce, ma le luminose che son per sé stesse visibili
et oggetto nostro. Onde il sole, padre delli spiriti, fonte
della luce, maestà di tutte le cose corporali, non pare
quanto egli è; né anco si può vedere, perché la luce sua
potente guasta gli humori degl’occhi nostri et assottiglia
li spiriti e consuma. Un monte, un cielo non entra tutto
insieme nell’occhio angustissimo, benché paia con una sola
visione vedersi, peroché è tanto mobile con velocità
l’occhio e lo spirito visivo che, quando vede una parte

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