Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 434
agitarsi per lo più nel settimo, onde nell’ottavo è stanco,
et nascendo suol morire. Et nel nono arrivato, piglia forza,
et perché gli manca il nutrimento conveniente all’acquistata
grandezza, comincia ad agitarsi et rompe le membrane
che lo circondano, s'apre l’utero, et egli stringendosi
l’ossa anchor tenere come nervi se ne vien fuora, maschio
o femina. Si fa maschio quando la temperatura è calda
assai, perché il calor manda fuori le parti genitali
masculine; si fa femina perché il calor, sendo debole, non
può fuori gettare il genitale, onde resta dentro come una
borsa. Perché in quello nel maschio et nella femina vi
sono i testicoli et la verga, ma differiscono come un dito
di guanto steso in fuori et volto in dietro: perciò molti
nascendo diventano maschi, augumentato poscia il caldo
nelle pudende. Dunque la femina è un difetto di maschio,
perché la natura, volendo fare un perfetto huomo, mancandogli
il calore non potea finire; ma sendo provida, se ne
serve di quella per vaso della generatione, come providde
il primo Senno, a cui questo difetto risponde con ragione,
che pur alla natura particolare avviene a caso; et
gli serve poi, come se fusse fatto a posta. Secondo prevale