Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 436
a lei non si volgeno, ma alla terra madre comune per nutrimento.
Fanno ova quegli animali, che hanno per impositione
divina di far più figli et non li ponno maturar
dentro; onde involti nelle membrane, che poi s'indurano,
le mandan fuori e poi col proprio caldo gli avvivano
come seme di pianta. Il qual svegliato, servando l’Idea
del generante, del bianco dell’ovo ne fa le parti bianche,
et del rosso le rosse, di cui ancho si nutrisce finché
esce dall’ovo.
[AVVERTIMENTI.
a. l’ossa son lente nell’utero, come anco le scorze dell’uova
et i coralli dentro le madri, che poi venuti all’aere s'addensano.
Onde l’ostetrici acconciano il coccalo della testa.
b. l’esser maschio o femina viene dal caldo più o meno, sia
dell’huomo o della donna il caldo: ma la sua sembianza vien dalla
virtù di quello a cui somiglia il bambino. Onde i maschi alle madri
e le femine alli padri spesso somigliano.
c. Però la parte destra della donna e lo seme del
testicolo destro, come più caldi, fan più il maschio.