Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 462
b. Prevenir gli effetti dalle cause è opra del discorso del
veloce spirito, ma sentir le cause è proprio della sottigliezza dello
spirito communicante coi moti debboli del aere.
c. Nasce lo specolare da la agilità dello spirito pronto a passar
di moto in moto, benché poco sentito: il che non può far lo spirito
grosso, che solo da passioni grandi è affetto, come da una percossa,
o dalle continue, come dal huomo che sempre vede in
più, e non dalla curvità del naso che vede in uno o in pochi.
d. Lo spirito puro, non composto di parti sottili e grosse,
retiene il moto distinto senza compositione; la sottilezza lo rende
habile a svegliarsi da ogni simile presente al moto passato;
e 'l non haver fuligini fa che subbito l’apprenda e non
s'interrompa il moto della ricordanza.
e. Chi ha patito una cosa è atto a patir l’altra simile, e della
passata per quella ricordasi; ma chi ha una figura impressa, sopravegnente
un'altra, la perde e si rende inetto alla prima. Errano
dunque i Peripatetici e Galenisti che pongono la memoria nello
cerebro atto a figurarsi, poiché i fanciulli e quelli di cerebro humido
son più inetti ad apprendere che quei che hanno il cerebro
secco, come <i melanconici>, i quali per la sottigliezza dello spirito
e non per il cerebro stupido aprendeno. Et ritengono non per il
secco cerebro, come dicono, poiché i secchi hanno poca retentiva
per la sottilezza e fuliggini, secondo noi, ma ritengono per la mobilità
equale dello spirito atto a raccogliere i passati moti d'esso
dai presenti.