Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 474

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lo spirito dalla mente immortale, ma in sé stesso anchora
è più blando, più puro, non troppo sottile né troppo
grosso, et habita in cerebro più spatioso et in più bene
formate stanze nella testa humana, ove meglio
si può movere che non ne gli bruti. I quali però hanno
il discorso, come l’api et le formiche, che dalla memoria
del passato operano il futuro. Et le scimie et li babuini
sono anchora disciplinabili, perché tengono in memoria
le passioni et li precetti nelli quali sono usati, come i
fanciulli si avvezzano. I quali, prima che imparino le
particolarità, donano il nome commune a tutti gli huomini
chiamandoli padri, et poi s'avvezzano a distinguerli,
et di passo in passo imparano la conoscenza et le parole
significatrici di quelli. Così si vede un cane portato da
Polonia in Italia non intendere la lingua italiana, ma ben
se gli è parlato alla polacca. Et seben elli non
parlano come noi, perché non hanno la bocca formata al
modello humano, - come il pappagallo che ha il palato concavo
come gli huomini et impara a formar voci humane -,
pure tutti parlano nel loro linguaggio et discorrono et
intendono. Poiché i cavalli hanno conoscenza dell’universale,
perché non orzo in particolare, questo et quello, conoscono,
ma ogni orzo: seben quello intendere e discorrere

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