Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 475

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et la prudenza et ogni altra virtù de i bruti è sensitiva,
ma non mentale, quantunque l’anima, ch'è mente da
Dio solo a gli huomini infusa, si dica anchora intelletto
et spirito (come avviene che d'un noto
impariamo et nominiamo ancho l’ignoto simile, et spesso
facciamo proprio ad uno quel ch'è commune a molti).
l’intelletto adunque dell’Idea come suggello è della
mente, e dell’Idea come suggellata è del senso interiore.
È conoscenza languida et debole, perché il commune apprende
et ritiene, ma non può tenere le particolarità, perché
quello in molti è simile et molte volte lo move, ma queste
in pochi oggetti; poche volte dunque lo moverà, onde
manco resta in memoria. Veramente sapiente è colui non
solo che conosce che Pietro è un huomo, ma che sa le sue
particolari proprietà, della temperatura, della figura, delli
vitij, delle virtuti et delle attioni sue minute et
particolari; sapientissimo è Dio perché tutte queste minutezze
conosce, mirando in sé stesso, d'onde elle derivano
come l’artificio dall’artefice. Ma l’huomo, pigliando la
scienza dalle cose, non può ritenere se non il commune
che trova in loro, onde più volte è mosso e stampato,

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