Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 477
e discorre a tutte le somiglianze prontamente; sì che gli
basta haverle una volta mirate per ritenerle, et poi conferirle
una con l’altra et farne scienza, investigando l’essere
<dalle azzioni, o l’azzioni e passioni dal essere>, et
da un'attione l’altre attioni et passioni, secondo che prima
gli si fa innanzi una che l’altra.
[ AVVERTIMENTI.]
a. Quando la corpolenza delli spiriti è molta né
anche memoria hanno, perché non resta in loro lo moto passato
se non è grande.
b. Aristotile per far l’universale mette il senso et l’intelletto
di diversa sostanza; et che l’intelletto sia solo una potenza passiva
da ogni cosa, e che intende solo l’universale, benché altrove questo
doni al senso anchora; e che vi sia un intelletto agente che spoglia
la specie universale dalle particolarità di sentire, et la fa atta ad esser
appresa dall’intelletto passivo, che - fatto in atto per la
spetie - intende, come il legno, ch'è in potenza caldo, <fatto caldo>