Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 501

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proprio male si stringe dentro a dolersi, vegendo che quella
cosa di cui altri si duole et induce lui a dolore non nuoce
veramente, doppo che si ritira prorupe in riso, dilatandosi
et sprezzando di stringersi col mesto stringimento d'altri,
et rallegrandosi del proprio valore, che non sa temere di
quel che altri teme et piange. Et talvolta dolendosi egli
di alcun male, che poi vede non esser vero male,
subito si rallegra et si dilata.
[AVERTIMENTI.]
a. l’allegrezza si fa con dilatatione et augumento.
b. Piace assai vedere una guerra sopra una torre et un naufragio
di nave, non perché sia soave a noi che altri patisca, ma
perché è soave veder quei mali che in noi potendo essere non ci
sono, dice Lucretio; et io di più, perché impariamo dall’altrui male,
et la scienza è dolce, perché ci conserva. Ma vedere cavalieri
armati è soave, perché ci rappresentano la gagliardia humana,
che in noi può essere: onde godiamo del segnale della
conservatione.

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