Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 504

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mandano fuora l’acqua, che sopra la membrana del cervello
si fa dalli vapori che non ponno essalare
dalla calvana et si distringono in acqua. La quale per il
commovimento dello spirito ritirato inalza il cerebro et
le sue tuniche, e scorre in fuori dal cavo degli occhi.
l’allegrezza repentina pur fa piangere, mentre si commovono
i spiriti per uscir fuori et insieme si ritirano
dentro per non soffocarsi. Il vedere et pensare alli travagli
nostri et strani quel ritiramento di spirito fa il medesimo.
Et molti sono di cerebro acquedoso et di spirito
vehemente et imaginativo, che, unendosi dentro, piange
quante fiate vuole apprendere et imaginarsi cose di pianto.
Sono varij et molti gli affetti misti di dolore et gioia, et
de consimili loro, nascenti dalla dilatatione et
constrittione dello spirito apprendente il male o il bene,
vero o apparente, o l’uno et l’altro insieme.

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