Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 512

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c. Dunque ogni virtùè consiglio et scienza, et sciente è il
puro spirito, perché è atto ad ogni consideratione.
[d. l’huomo, non havendo l’essere potentissimo
come Dio né possente come il sole, non può vincere le cose averse
né conservare l’essere se non con sapienza: però a lui questa è sola
virtù delle virtudi].
[DISCORSO DECIMOTERZO]
Che cosa sia virtù e 'l suo uso, che sia il buono.
La virtù rende buono il suo possessore, cioè lo conserva:
dunque ella è la purità de gli enti, perché ogn'uno è composto
di tanti et tali gradi di caldo et di dispositioni materiai,
quanti et quali si cercano al genere suo dall’Idea
prima originaria. Onde buon oro si dice quello
che ha di tanti gradi di caldo, di colore, di peso et di
tenacità et fermezza, quanti et quali a lui far si chieggiano,
in modo che risponda all’Idea sua che sta nella divina
mente. Vitioso è quel che più e manco gradi have.
Dunque essa virtù, che rende buono - cioè puro - il posseditore
et nel puro essere lo serba, è la purità del suo genere,
nella nascenza innestata et nella educatione serbata

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