Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 517

Precedente Successiva

di esser leggiera -, perché lo spirito humano è sottile et mobile
e facile a mutarsi et farsi obediente alla persuasione altrui. Onde
molti iracondi per timor della legge e timor di Dio mansuetamente
operano, et li libidinosi castamente: et questa cosa è
degna di più lode et di merito quando la gratia di Dio è con
loro. Per esser sapiente bisogna haver lo spirito puro, atto a specolare;
et lo studio non serve per l’acquisto della sapienza, come
dicono i Peripatetici, ma per l’acquisto delle cose da
sapersi. Molti essercitij purificano lo spirito et lo rendono mobile; ma
si vede che sempre la natura prevale, sì come alla natura prevale la
gratia divina. Però li primi moti de gli affetti non si stimano
voluntarij, benché sian dell’appetito naturale, né meritorij, se
non quando poi la ragione l’approva et reproba, pigliato tempo
a consigliar meglio in particolare quel che l’affetto in universale
apprese.
[d. Epicuro non disse che il sommo bene sia la
voluptà presente, la quale è un gioir del bene. Et Scoto con lui
erra.
e. Aristotile erra dicendo essere lo sapere, poiché il senso
del male è dolore, seben piace sovente haverlo provato
per schifarlo.
f. I Romani con i Histoici posero l’honesto sommo bene,
il che non è se non segno di bene.

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche