Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 536
segno è di perdita. Quando l’humore è più sottile,
sì che tutto traspira nella prima accensione et non resta
attaccato nelli meati, si fa terzana, perché a rigenerarsi
l’humore sottile a copia ci vuol più tempo, perché più di
lui ne essala. Però si suol fare d'humor collerico et di
schiuma del sangue e d'humor più grossetto. Et quando
finiscono con sudore o con perfetta declinatione e nell’orina
<si fa> buona sequestratione o va migliorando,
è segno di vittoria. Le quartane poi si fanno d'humor
più grosso, et però tarda più a riaccendersi, et nuocono
manco, e per lo più di malinconia si nutriscono. Le
quintane si fanno d'humor più feccioso, che a ristorarsi
ci vuol più tempo. Così le sestane, ottane etc.
Delle quali febri se ne trovano rarissime, imperoché avanti
che la miniera delli humori grossa venga a ristorarsi, la
virtù nativa have lungo spatio di tregua, sì che si nutrisce
et si augumenta et non lascia rinforzare et ritornar la putredine.