Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 539

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il rimedio maggiore è l’essercitio, che prevale in
preservare. Le febri ethiche nascono dalle predette come
loro reliquie, imperoché, sendosi disseccata l’humidità et
essalato il calore, restano le parti salde aride con poco caldo
in copia, ma molto in forza perché acuto et adurente. Laonde
il polso de tisici et ethici è piccolo, sottile per lo poco spirito,
et veloce et spesso per il desiderio d'aumentarsi,
come usiamo noi augumentare il poco vigore del fuoco
con spesso picciolo et veloce soffio. È anchora duro per
la siccità dell’arteria contratta. Difficilmente si conosce,
perché il tatto par fresco, seben, tenendoci la mano, poi
è mordace. Ma il suo vero segnale è quando doppo magnare
il polso s'accende, imperoché l’humido
sopra il secco viene a far vapore, come l’acqua gettata
sopra la calcina. Segno anchora è l’urina sottile et untuosa
per la liquefattione della solidità. Et che non sia veramente
febre si vede, ché, ulcerandosi il polmone, non può
riscaldare il cuore et far spiriti et sangue; onde, elli mancando,
resta il calore della solidità, la quale tutta si putrefà
et distempera accrescendosi per l’humido et fuligini, le

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