Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 553

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farò Carpha Sacerdote, ma barbiere, et egli usurparà col
caso il sacerdotio del senno. Et quando io verrò nel Mondo,
che son vero Re, tutti li Regij spurij et a caso si volgeranno
contra. Et così faranno agli altri Re per natura questi
Re di fortuna, vestiti, come in comedia, di maschera regale,
et li uccideranno e travaglieranno. Però io nel fine giudicherò
tutti». Così diceva quando insegnava
la vera giustitia, et minacciava le punitioni ai popoli che,
lasciato il senno, faranno - a caso, et a favore et a sangue
riguardando - li Prencipi, le leggi et i Magistrati et l’arti.
Questi Magistrati trasgressori della giustitia si dissero
ingiusti.Et quelli che troppo osservano le leggi temporali,
come gli Hebrei (questi non combatteno il sabbato per non
violar le leggi mal intese da loro, et non magnano
carne porcina, et altre cose fanno a tempo), e Torquato,
che ammazzò il figliuolo valoroso vincitore per osservar
la legge, non si dice, come né ancho i predetti, ingiusto,
ma rigido e duro; et questa rigidità nasce dall’ignorar

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