Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 558

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tiranneschi ammazzano i filosofi et santi, et dalla corte loro
li scacciano, e tengono gente bassa, perché si conoscono
indegni di commandare a loro maggiori, et però abborriscono
la loro presenza, conoscendosi a quelli minori et
indegni di dominare dove ci è chi sa più di loro. Non scacciare
li dovrebbono, ma cedere a loro il dominio o metterli
in parte del governo, facendoli consiglieri et vivendo a loro
giuditio. Anchora malefico s'appella colui che potendo far
bene altrui no '1 fa, ma sta a guardare le sue miserie, perché
non fa ciò senza voglia: dunque malefico è. Ma chi fa
bene a tutti senza discretione et elettione, siano vili et
indegni, in modo che si toglie la commodità di
far bene a veri meritevoli: costui non benefico, ma ignorante
et pusillanimo sarà, che compra da ogn'uno la sua sicurtà
o ambitioncella.
[DISCORSO VENTESIMOSETTIMO]
Della gratitudine.
«Non viverà, disse il Senno, la beneficenza senza appoggio».
Però diedele una sorella, ch'è la gratitudine. Questa

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