Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 108
li privilegij si devono ampliare e le penalità restringere con glose. Nel
18 di san Mattheo disse pur agli apostoli: Quaecumque ligaveritis aut
solueritis super terram erunt soluta, aut ligata et in caelis. E questo non
diminuisce la potestà di Pietro, ma più l’augumenta, sendo anteposto
a quelli che tutto ponno, come capo di tutta questa potestà.
Talché qui il concilio et la chiesa riceve le chiavi universalmente.
Ma questa potestà in uno fa maggiornza sopra tutti. Questo si vede,
che doppo risuscitato havendo detto: Data est mihi potestas omnis in
caelo, et in terra, per lo merito della passione è dato a loro la chiave
dell’ordine di rimettere li peccati, di sciogliere e ligare. Poi essaminò
Pietro tre fiate nella dottrina dell’amore, Petre diligis me plus his, et
tre fiate gli disse: Pasce oves meas, Pasce agnos meos, cioè li clerici e li
laici, come alcuni espongono. Questa suprema potestà di pascere,
che è il medesimo che reggere, non fu data agli altri, ma solo a lui, e
si fonda sopra quello: Diligis me plus his. Dunque, perché amava
Christo egli più che gli altri apostoli, meritò l’imperio sacerdotale
sopra tutti. Qui nota san Crisostomo che Pietro doveva esser fatto
vescovo di Gierosolima et non Iacomo, sendo in quella fondata primamente
la Chiesa e promulgata la nova legge; e risponde a questa
obiettione che Petrus fuit episcopus orbis terrarum. Dunque come
capo non hebbe particolar vescovato, ma di tutto il mondo fu vescovo.
Ma poscia fondò la sedia del suo prencipato in Roma capo del
mondo, e la transferio a successori. E Christo fu in Roma crocefisso
nella persona di san Pietro che era pietra vicaria di Christo, Vado
Romam iterum crucifigi. Però è gran stoltitia d’heretici dir che la
Chiesa romana dall’imperatore hebbe il primato, o per usurpatione,
sendo vera successione come tutte l’historie mostrano. E li luterani
già si veggon confusi in questo da mille libri. Questo primato
approvò di Pietro e del papa sant’Ireneo, san Cipriano, Optato
Milivetano, san Girolamo, sant’Agostino, san Fulgentio, san Leone,
Gelasio papa, e Giovanni papa e martire, Vigilio, Gregorio, Bonifacio,
Nicolao, Ambrogio, e tutti Concilij antichissimi, che è pazzia,
nonché impietà, negar tutte le testimonianze. Arator cardinale dice:
Dignaque martires Petri, Paulique caronae tartareas superare domos, et
in arce tiranni pandere iura poli etc. E per la dottrina, e per la
potestà fur congiunti questi doi campioni di Christo a fondare il primato