Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 119
il medesimo de tributi, perché son dati per sostegno del prencipe e
de soldati defensori del regno, e per conciar le strade, e ponti, e
muraglie, come ei pur dice; non per questo segue che non sia signore
colui a cui si paga il tributo. Ma più signoria fonda la decima,
come dice il canone, che Dio si servò d’ogni cosa in signum universalis
dominij, e l’extravagante Unam Sanctam. Ma per far cagliare
questi adulatori è necessario san Paolo, che prova agli hebrei essere
di più authorità Melchisedech che Aron, perché Aron nei lumbi
d’Abram ancora pagò le decime a Melchisedech. Dunque non salario
di zappatore è la decima, ma di vero signore authorizato da Dio,
e di potestà vera, come dice Paolo, Non quia non habuerimus potestatem
etc. Però al 4° di san Pietro, che dice, che dobbiamo essere
soggetti ad ogni creatura e regi, e duchi, si risponde che questa è
dottrina d’humiltà, non di soggettione, altrimenti bisognerebbe esser
soggetto ad ogni facchino de iure, dicendo egli omni creaturae. E pur
s’intende de facto, e non de iure, mentre non era authorizata la
Chiesa ancora né si doveva eccitar l’ira de prencipi con questo apparente
scrupolo contro la nascente fede evangelica, ma dare la gonnella
ancora a chi ci cerca il mantello, come Christo disse. Et il medesimo
si deve dir di san Paolo, quando a tutti vuole che paghiamo il
tributo, et che Omnis anima sublimioribus potestatibus subdita sit. Se
ben dice poi: Qui potestati resistit sibi damnationem aquirit. E’
verissimo che alla giustitia non si può resistere né de facto, né de iure.
Ma da queste authorità non si cava altro, se non che ognuno sia soggetto
al suo superiore; altrimenti li toscani doveriano obedire al re di
Spagna, sendo più sublime potestà quella del re, che questa del Gran
Duca di Toscana. E perché i clerici non sono soggetti al secolare, né
a tributo, né a soggettione sono per queste parole obligati. E così
pur s’intende san Crisostomo mentre dice che nullo profeta o evangelista
è essente d’obedire alle potestà superiori, s’intende alle sue
legitime, poiché esso Crisostomo non ha mai obedito a prencipi
secolari, e morìo in esilio per non obedire all’imperatore et imperatrice,