Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 62
il Sassonia a Luthero; il che non fora. La guerra poi si fa perché un
prencipe cerca o per ambitione, o per avaritia, o per bisogno usurpar
quello che possiede l’altro prencipe, o per altre inimicitie tra loro, o
per cercar stanze capaci alla moltitudine, quando abbonda come api.
Ma essendo uno solo, cessaria l’inimicitia, l’ambitione e l’avaritia, e
si trasmigraria con ordine da dove abbondano là dove mancano le
colonie senza guerra. Così cessarono {le guerre} a’ tempo di Augusto monarcha
delle nationi cognite all’hora, che tutto il mondo visse lieto in pace
diciotto anni almeno, cosa mai più vista. E così il prencipe, e tutti i
capi delle provincie a lui subordinati, et gli altri magistrati attendevano
ad acquistar gloria non dalla guerra, che è contro natura tra gli
huomeni, ma dalla filosofia, et opere heroiche in benefitio delle
genti, in disputar del bene, del male, dell’opere de Dio e del conoscimento
di quello. Cessaria la fame, perché non può in ogni clima
esser sterilità, ma mancando in uno, abonda in altri, et sendo tutti
d’un prencipe, faria trasportar il vitto da donde abbonda là, dove
manca, come da Egitto in Italia; e non saria mortalità, né guerra per
cercar cibo, né avaritia tra li venditori, e compratori strani. Cessaria
la peste perché questa viene dall’aria, o dall’aqua infettata, et non
ponno in ogni loco infettarsi; dunque trasmigrando li popoli a lochi
migliori, et dividendosi, si provederia, come fanno li abbissini, che
hanno le città portatili. Saria tanta di più la sapienza degli huomeni
per l’abbondanza della pace, che provederiano al tutto, et innanzi
tempo con Astrologia, Medecina, Fisica, et altre scienze, come dice
Gioseppe, che gl’antichi vivevano longhissimo tempo per cotante
dottrine ancor non adulterate, ma frescamente havute da Dio. Che
di più: se fusse tutto il mondo d’uno, si moltiplicaria la scienza per
le sicure navigationi, viaggi et mercature, et communicatione di
quello che si sa in una natione, con quello che si sa, et osserva nell’altre:
massime l’Astronomia, l’Astrologia, Fisica e Politica, che
hanno necessità di molti osservatori e di molte osservanze, e quello
che uno ignora, l’altro sa. Ma il diavolo, invidioso di questo bene,
vorria che tutti stessero intra li termini de nostri paesi, come vermi
nel formaggio, per farci ignoranti et ingannarci, et non avvisarci
l’uno all’altro quel che osserviamo, né gissimo investigando le opere
di Dio di paese in paese, né ci conoscessimo l’un l’altro, né ci intendessimo,