Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 420

Precedente Successiva

Piombino, Orbitello e li porti di Toscana, Pontremoli, Finale,
Monaco, la Mirandola e altri per usurpazion di chi si raccommandò a
loro, o per infeudatio ingiusta del imperio fatto lor peculio. Dunque
non hanno un passo di terra preso con lor arte e forza, ma per certo
fato incognito. Onde il Petrarca dice esser vergogna all’Italiani sottostare
nazione ibera chiamata da lui schiava: Nostrique pudendas relliquias
gladii
, etc. E il Campanella, scrivendo della Monarchia di Spagna,
dimostra, che sendo tre le cause manifeste de gli imperii, cioè Dio in
Giudea, la prudenza nei Romani e <l’occasione>, l’occasion nel
Vespro siciliano mostrata in Pietro d’Aragona prova che la Spagnola
tutta è fondata nel fatoseuoccasione, se ben in tutti Dio è il primo
autore.
Art. 3
Argomento terzo, che non si sostenta, né può sostentarsi col proprio senno
e valore, ma con strano.

Terzo, si prova: perché li Spagnoli non sostentano con le proprie
forze questa gran Monarchia, né col proprio consiglio, ma con
l’estrano consiglio e valore. Anzi essi fanno il peggio che ponno, per
cader presto, e pur stanno in piedi non propria virtute, ma coeterorum
partim imbecillitate, partim virtute. Il che mancando, subito cadeno. Che
non sian sostentati con le proprie forze si vede, ch’in tutte le battaglie
hanno nel loro esercito più d’altre nazioni che della propria, cioè
hanno Alemani, Burgundi, Italiani,

Precedente Successiva