Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 484
la guerra. Il che è difficile, s’ei non ha li vescovi seco, non che i cardinali.
Il che non fia mai, perché li Papi fur tanto sciocchi c’han dato a
Spagna e a Francia la collazione di vescovati e beneficii, e fan gran
parte di cardinali ad istanza di principi, tal che non dependeno da lui,
ma da principi proprii, e li serveno più tosto per spie e contrapositori
in Roma che per cardini, in cui si volga la porta dell’ovile cristiano
ch’è il Papa, vicario della porta invisibile Cristo che dice: Ego sum
ostium. E li vescovi anche farebbeno scisma contra lui. Ma certo se li
vescovi di tutto il mondo e tutti cardinali fosser d’accordo, potrebbe il
Papa tentar qualsivoglia impresa contra ogni gran monarca. Perché li
popoli, in cui consiste il lor dominio, viveno e credeno secondo la
religion comanda. La qual in ogni nazione sempre ha dominato alla
politica, vera o falsa sia: perché mostra il suo capo e obietto in Dio, a
cui gli uomini per natura soggiacciono tutti. E quelli pochi ateisti, che
si trovano, non osan dir il contrario, per non esser esosi e lapidati.
Certo i principi in tanto signoreggiano, in quanto mostran depender
da Dio signor de’ signori, come il Viceré in quanto mostra depender
dal Re. Or se tutti vescovi mostrassero a popoli ch’alcun principe è
contra Dio e contra la religione, non l’obbedirebbeno: anzi l’ucciderebbeno
come in tutte l’istorie è noto. Dunque il dominio sta nella
voluntà di popoli ligati tra loro e col principe col vincolo della
religione.Or dico di più che il Papa solo, se volesse, potrebbe disfar
ogni gran principe, assolvendo i vassalli dal giuramento, scomunicandolo,
e dando autorità, anzi comandamento, di sottrarsi dall’obedienza
del ribello di Dio, e a tutti principi di pigliarsi il suo principato,
e una cruciata, e benedizione e assoluzione di peccati a chi li va contra
e combatte contra lui. S’è visto questo quante volte depose due