Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 576

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officii doni a Spagnoli e a spagnolizati, e così le catedre delle città
principali.
Item, perché li Spagnoli hanno seminato una dottrina di Maometto
e di Calvino, come se fosse di S. Tomaso, il che non è, onde è avvenuto,
che non si possano convertir gli eretici di nostro tempo, cioè che
«Dio ab aeterno, con decreto invincibile da noi e da lui, ha predestinato
altri al paradiso, altri ha reprobato, e così alli gradi della pena e della
gloria; onde le opere bone o le male non ponno scemar né crescer il
grado decretato.Dunque nascimur iudicati et non iudicandi. E quanto
facemo vivi è per decreto eterno e impulso efficace temporale, a cui né
da Dio che l’ha decretato, né da noi che siamo impulsi efficacemente,
si può resistere». È questo tutto bugia e impietà. E pur ne son infette
lo scole, massime di Dominicani, e però son ingrossate le conscienze:
perché se Dio non ci è, ognun deve fare con suo gusto. O se Dio è o
se ha predestinato e reprobato, e non può mutarsi per qualunque nostro
o suo sforzo, dunque pur facciamo a nostro modo. Per questo è
necessario resistere a questo dogma col libro contrario, fatto dal Campanella
e approbato de tanti teologi italiani, e da duoi Sorbonisti, e
sbatter li Spagnoli nello spirituale e temporale. Così facendo, Filippo
re di Francia rese il Papa

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