Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 153

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Dio ce la dà se lui non repugna, e nel secondo ingrato e in disgrazia, come mal
figlio del Padre, dunque non è principio effettivo della malizia, ma solo defettivo,
come s’è provato in Metafisica.
Di questi Angeli, permessi fisicamente, ma non moralmente, cader in malizia,
si serve Dio per istromenti degl’effetti stimati mali, se ben ordinati da S.
Maestà a buon fine.Li macchiavellisti che al ben di sé soli e non del tutto il
genere umano si appigliano, e alla prudenza inferiore, che mira a piccioli
beni, e non alla superiore, che mira a grandi ed eterni, s’attaccano, son imperversanti
a guisa de demonii, quali sono imitatori, e alfine saran compagni,
perché ogni simile va al suo simile.
Li principati infedeli e tiranneschi servir alla giustizia divina come quel de
demonii, e a quei ascendere ciascuno per volontà di Dio secondo
l’attitudine sua, e i privati malvagi esser utili a boni
non volendo, e in quanti modi e che concetto
deve far l’omo quando vede
un tristo esaltato
Cap. VI
Primo, così nel mondo nostro i principati d’infedeli eretici son come sbirrarie
e boiarie del genere umano: «Veh tibi Assur, virga furoris mei», disse
Dio, e se li regi Assirii e Babilonii fur boia di Dio, lo stesso si deve stimare de
Macometto, del gran Turco e di tant’altri in genere e in specie, e chi l’ammira
e stima con li politici falsi ha del bestiale, perché non conosce che cosa è
virtù, e quanto <d’> ella più ben l’uomo è appagato che non è il gran Turco
beato dal suo imperio. Questo conobbe Socrate, Platone, e anche Aristotile;
questo, non sapendo dir meglio, fu sforzato star alla dottrina del suo maestro,
perché da sé era bizzarro e di trista conscienza, inabile a tanti altri santi
pensieri, e quando Esdra si lamenta: «Nunquid meliora facit Babylon quae
Ierusalem», e per che causa quella empia gode e questa pate, sta la risposta
divina che non intendeva quel che si dicesse, perché c’è altro secolo per loro,
e etiamdio in questo più gode il buono che il malvaggio, come disse S. Pietro
a Simon Mago appresso S. Clemente, e Seneca e Cicerone e Orazio e ogni
ben considerante il confessa.Però gl’Ebrei, tribulati da Babilonii ministri
d’ira purgativa, eran ministri di misericordia sparsa per tutto il mondo nella
legge e profeti e apostoli, duraturi in eterno in questa e nell’altra vita, e
Babel e gl’altri persecutori di Gerosolima son perduti di fama e di vita temporale
e in morte eterna, e ciò devi credere se tu intendi che cosa è giustizia,

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