Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 156

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prelati e religiosi d’ogni dodeci c’è un Giuda, tanto più che de dodeci patriarchi
furon undeci a vender un fratello, l’ottimo di loro; e questa essaltazion
d’un malo fra dodeci boni non solo non è a caso, ma con molta ragione e
<arte> di Dio, che si serve de mali e boni al suo gran disegno e alla cura
universale de gl’uomini, e non per negligenza minima, secondo dicean appresso
Plutarco alcuni stoici che al padre di famiglia prudente pur cade un
pelo e po’ di farina o vino dove non bisogna, perché la prudenza di Dio se
intende ad ogni minimo a noi impercettibile, secondo provò Platone dalla
fecondità infaticabile dell’intelletto e solerzia divina.
7. Dunque i diavoli servono assai nel governo del mondo, e li tiranni son
necessarii per essercitare e abbellire la virtù de filosofi e de martiri.Nerone fu
utilissimo a S. Pietro e a Paolo e ad erigire in Roma la Monarchia apostolica,
e se Nerone non faceva questo officio di boia contra tanti boni, non c’era chi
il facesse, se non un altro scelerato come lui, il che conobbe S. Tomaso, I p.,
e se Giuda non tradiva Cristo, non s’esseguiva la morte sua, né la redenzione
del genere umano, né si mutava il mondo dall’errante gentilesmo al savio e
tranquillo cristianesmo, e senza il peccato d’Adamo forse Cristo non s’incarnava,
e così considera di tutti l’altri eventi. Né pensar che Dio è causa del male
d’essi malvaggi, ma la loro volontà pervertita, come s’è detto, della quale Dio
si serve per meglio, né ci si fa o permette cosa che non resulti a maggior gloria
sua, né può essere ammendato da chi non sa più di lui, però quando l’uomo
ammenda Dio o il bestemmia, veramente ammenda un immaginario Dio,
quel che lui si finge in sua fantasia, e non arriva all’oggetto esteriore come lui
pensa e vuole, perloché è degno di castigo, come se lui avesse fatto in Dio quel
che pensava col bestemiarlo, e di qua nasce lo scandalo a sciocchi Macchiavellisti,
dove nasce l’ammendare a savi filosofi, e il riso a gli astratti intelletti
spettatori di nostra commedia.
8. Quando Dio essalta un uomo malvaggio a qualche dignità e signoria,
molto ben vede la sua malvagità, e quel che averà fare posto in tal ordine di
cose anche provede e l’ordina, e chiunque di ciò si scandalizza è bestiale, ma
doveria dire in corde suo: Dio ha autorizzato un suo boia, dunque vuol far giustizia:
«regnare facit hipocrytam propter peccata populi», ma quel che doveria
convertire il malvaggio, fa pervertir l’uomo da bene in questo punto,

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