Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 164

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Ma per regola ordinaria ciascun dice mal di quello che può arrivare al
grado che ei pretende, come Perseo contra Demetrio suo fratello con continue
falsità accusandolo al padre, perché non ereditasse come primogenito, e
così i papizanti contra i papizanti s’armano non per carità sempre, ma per
interesse, e vincono sovente i mali, perché più diligenza e studio ci mettono.
Talché il prencipe fa due perdite per loro: una, che non ha strumenti da
guidar la casa e il regno e da opporse a nemici; l’altra è che vien forzato a
sublimar questa canaglia, che poi imbratta de vizii la corte, il popolo e il regno,
e chi non è atto a servizii gravi, se non a mostrarsi il primo a pigliar
l’orinale al padrone, lagnarsi con gridi e pianti quando dice che gli duole il
piede o il dente, lusingarlo, untarlo e gabarlo, e questo noce più alli prencipi
ecclesiastici che agl’altri, se bene è peste universale e offizio di Circe, che fa
l’uomini bestie, come diceva Socrate, e non di Demetra, che fa di bestie uomini.
Di più nella Chiesa toglie l’animo a virtuosi di servire, si accordano con
prencipi laici, e scrivono e sparlano della loro giurisdizione e magioranza sopra
la Chiesa, e se son perseguitati passano all’infedeli ed eretici, e con l’esempio
e dottrina sufisticamente per rabbia confermano l’eresie, e fan ribellar
gl’altri regni.
Di più, tra popoli nasce opinione che il governo dell’ecclesiastici sia pessimo,
ed è uscito proverbio nelli stati al suo confinanti: Giustizia de preti, contra
il qual proverbio io disputai tra molti signori adulanti al prencipe che temea
del papa son due anni, e tutti mi fur contra, e mi dicean che con questa
opinione sto ben trattato; tutto questo male nasce da macchiavellisti che
separano dal papa l’animi della gente e l’istrumenti e nervo della sua politia,
che son le lingue e penne de boni ingegni, contra l’offizio d’Elia che «convertet
corda patrum ad filios et filiorum ad patres», il pseudo Elia Lutero il
dimostra.
Altrove io mostrai che tutte l’eresie e scisme son mantenute per ragion di
stato macchiavellistica, che è la prudenza carnale tanto sgridata da S. Paolo.
Nelle corti anco l’ingegni nobili sovente si pervertono, perché invidiosamente
mirando andar avanti a dignità e a favori de superiori con questa politica,
come Cristo ci avvisò: «quia filii huius saeculi sunt prudentiores filiis luce»,
ed essendo essi più di valore o di ingegno maggiori, si vergognano d’essere

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