Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 166

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sudditi un’obedienza pecorina, e l’obedienza ragionevole e filosofica appellan
superbia, tal che nullo può dir la sua ragione senza raddopiar la colpa in lor
cospetto; poi diventan più ignoranti sendo adulati, e sconoscendo l’errori propri
sotto per la coperta dell’onor che ci si fanno, si cangiano d’animo in tutta
bestia e si poliscono di fora come Dii.
Perché, come dice David, «homo, cum in honore esset, non intellexit. Comparatus
est iumentis insipientibus», etc., non pensa che è essaltato a ben di
tutti, e se è tristo, che già è fatto boia del commune, e lui pensa solo che per fas
et nefas, e poi ne segue quel che disse il profeta: «Propter dolos posuisti eos,
deiecisti eos dum alleviarentur», perché non solo son all’inferno avviati, ma
anche in questa vita han un preludio di quello, non sol nel mal commune
anche a boni, come per essercizio, come son le podagre, chiragre e arenelle,
ma anche nel mal proprio d’essi, cioè sospetti, maledicenze, mala fama, invidie,
conscienza punitiva, più che qualsivoglia carnefice, e di più la vita e lo
stato con vergogna perpetua perdono, come sopra s’è detto delli carnefici
communi.
Nissun di quei gradi in che Dio pone li malvaggi per servirsi di lor malvagità
esser disperato di salute, né quello in che pone i boni certissimo, né
dannarsi alcuno per mancamento di grazia ex parte Dei,
ma della bontà nostra repugnante
Cap. IX
Con tutto ciò è da credere che Dio ottimo massimo, cui non «sunt necessarii
homines impii», dice l’Ecclesiastico, onde nissuno ha creato che non sia a
sua similitudine e per lui, se ben si serve di lor malvaggità antevista, pur li dà,
in quel luogo di sbirreria e boieria, attitudine e mezzi da salvarsi, mentre in
quel grado pur ci stanno altri con lode e virtù.
Vigilio papa entrò con male arti nel papato per forza e per sofismi, nondimeno
diventò santo al fine e morì martire come vero vicario di Cristo per non
consentire a tiranni e scismatici, secondo l’inspirava sempre Dio, e lui non fe’
resistenza allo Spirito santo. Clemente V, vescovo di Bordeau, fu fatto papa

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