Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 167

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dalla nazion francese con promettere al re di Francia di cancellar la memoria
di Bonifacio VIII, e altre cose che apportavano mal odore, come scrive Giovanni
Villani, e nondimeno con la prudente consulta del cardinal di Prato
domenicano seppe uscire da quelle promesse, e con poco danno dell’onore e
della conscienza.
Ma oggi, per dar sicurtà alle conscienze grosse, dicono che è mancamento
d’aiuto della grazia di Dio, e però non si dispongono a tornar al bene, non ci
tornano, e per scusar se stessi accusano Dio come crudele e povero di misericordia
o disegno, rigettando la colpa nella prudenza divina, come avvertisce
Riccardo di S. Vittore, di che avemo il contenuto nell’Ecclesiastico: «Non
dicas per Deum stetit etc.», e S. Bernardo: «Multi querunt quod desit illis
gratia: verius queritur quod ipsi desint sibi», sendo di lui scritto: «Ego sto ad
ostium et pulso, si quis aperuerit intrabo ad illum», e di S. Stefano: «Vos
semper Spiritui Sancto resistitis». Mirate bene, o statisti impudentemente
astuti, che perdete l’una e l’altra vita mentre alla peggiore più vi attaccate,
disperando della migliore, come se non avessimo anima capace di quella, la
qual pur desidera sormontare a mille mondi, e n’immagina innumerabili, e
poi volete che sia incapace del proprio oggetto, come quelli «qui desperantes
semetipsos tradiderunt impudicitiae luxuriae» etc., dice S. Paolo.
Né anche è bona quella dottrina del Molina per levarci questa bizzarria,
quando dice che Dio mette in mezzo all’ordine fatale da lui appellato, se vi è
un buon sito, quello che è predestinato alla salute, e in malo quelli che non
vuol salvare, perché dalla libertà pende la salute e la dannazione: anzi io dico
con S. Crisostomo che in ogni sito e loco vi è salute. Qual miglior sito fu al

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