Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 120

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non è atta a sostenerlo altramente. Però quest’anima beata mira
nella prima mente quel che ha da fare, e secondo quelle idee opera
nella materia e forma particolari; et essa è il primo instrumento
della sapienza prima; e il mondo ha lo spirito che è il cielo, e
grosso corpo la terra, sangue il mare, mente quest’anima; e l’uomo
dunque sarà epilogo e compendio del mondo, come alcuni
teologi lo chiamano, e i greci picciolo mondo l’appellano; e se il
mondo non avesse mente così divina, saria inferiore all’uomo, il
tutto alla parte.
L’argomento che mi fece contra l’inquisitore, di che restò
poi da me soddisfatto, fu in questo: che seguirebbe che pur i vermi
e le bestie di questa beata mente fussero informati e capaci di
beatitudine umana. Io risposi che non seguita, poiché veggiamo
tanti pidocchi e vermi generarsi nella testa dell’uomo, e tanti altri
vermi dentro il ventre e in varii membri e viscere; né per questo
tali bestiole han la mente razionale dell’uomo, ma solo il senso
corto e breve dell’altre bestie: così dentro del mondo nascono le
bestie senza quell’anima beata, ma con sensi parziali. E questa risposta,
per contrario e certo esempio provata, non han potuto impugnare
li contradittori. Mille effetti stupendi e subitanei di lei si
veggono et è conosciuta dagli angeli e loro amica. Ma in Metafisica
meglio dissi.

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