Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 138

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Dunque preparandosi pioggia in aria e le fumosità esalando,
come manifesta il fetor delle fogne, e il freddo preparandosi a
stringerli in acqua o cominciandosi la condensazione da diverse
parti, sente il corvo quel moto e densità a noi occulta, e così la pecora,
e si sforzano di provedersi di cibo, e gridano avvisandosi l’un
altro, come noi quando l’avemo presente o sappiamo nuova di
qualche futuro accidente. Movendosi la porta, subito si serra la finestra
che l’aria mossa muove, e questo moto, quando siamo altrove
noi pensosi, ci è nascoso, che pur la fenestra sente.
Gli avvoltoi hanno grande odorato, poiché di cadaveri si pasceno
e annusano l’esalazioni da mille miglia, che l’aria mossa e affetta
dal vento è portata altrove, e già sappiamo che tutta l’aria si
muove da levante a ponente, per la filosofia, e poi ha varii moti,
come pur il mare, straordinarii; e questi affetti sono noti a loro.
Ma quando ancor la guerra non è fatta e si negozia, l’aria patisce
quelle voci militari e consegli, perché in lei e con lei si fanno, e gli
avvoltoi sentono quegli affetti soliti e corrono dove si trattano
l’occisioni, come noi quando vediamo andar il bue alla beccaria.
Gli alcioni, che covano ne’ lidi l’uova loro, sentono quando il
mar gonfia o s’acqueta molto avanti, perché dall’aria nasce il suo
sereno e tempesta, poiché il calor della luna e delle stelle e del sole
prima infà l’aria e poi il mare, talché essi, affetti dalla quiete o
scompiglio dell’aria a cui lo spirito loro è attaccato, antiveggono
quel che sarà in mare. E l’uso della notizia delle stagioni molto
può in loro, e si communica a’ posteri, onde la razza delli cavalli
regii in Calabria ognuno in giorni determinati si parteno a schiera
da sé soli, e passano ad altra provincia, e soli ritornano secondo
l’uso antico che appresero guidati dall’armentario, e in loro
è rimasto. E così le rondinelle si partono sempre da dove sentono
freddo e caminano col sole or verso Cancro e ora verso Capricorno,
seguendo il calore amico che manifestamente le attrae, come
noi pure. I cani odorano per li pori del naso lunghi e aperti delicatamente,
sí che ogni sorta di caccia, lasciando vapore e fumo e
moto dovunque passa, si communica al naso e orecchie loro; e pur
molti uomini entrando in una casa, subito odorano dove ci è vino

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