Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 139

Precedente Successiva

o olio; e più gl’ignoranti che a queste cose badano. E li cavalli fatti
per la guerra odorano il fiato dell’uomo e sentono ogni picciol
suono, come anco i lupi, perché le passioni dell’aria a loro sono
note, che tengono solo spirito aereo.
Or da questi esempi io ne cavo l’eccellenza e divinità dell’uomo,
vinto da tutti gli animali di vista acuta e odorato e sentimento
corporeo, perché sono nati a quello e là solo badando indovinano;
ma l’uomo ha indovinazione assai più alta, ché ha odorato e presentito
Dio, gli angeli e l’altra vita. E certo se la natura a ciascuno
animale dona il senso necessario alla conservazion loro, più sagace
in uno che in un altro, secondo ad uno è più così bisogno e ad
altro più in altra maniera, è forza dire che questa sagacità di sapere
quel che in cielo si fa, e di sentire gli angeli e la vita immortale,
non fu all’uomo superflua, ma necessaria, perché gli si conviene,
come è necessaria all’aquila la vista acuta per mirar di lungi il serpe
che ha da magnare, e li cadaveri, e al cane il naso sagace, e agli
alcioni il saper le tempeste marine. E se solo la profezia delle cose
corporee fu agli animali data, l’uomo presentisce le incorporee
e eterne, perché Dio communica alla mente umana, e s’infonde e
fa i profeti, come l’aria s’infonde ai bruti e a noi ancora. Ma essi
non ponno sentir le cose divine, ché non sta nello spirito loro involta
divinamente, come in noi, né bisogno han di pensare a questo
esser divino che non loro si conviene.
CAPITOLO 9
L’aria infarsi delle cose presenti e future
e communicarle in sogno a noi e come noi sentire

Pur l’uomo in sogno partecipa alla conoscenza dall’aria respirata,
il che vigilando non sente, perché sta la mente con lo spirito dedita
alli moti maggiori delle cose che vede e tocca e negozia; ma
in sonno tutto lo spirito sta nella testa, né pensa ad altro che a rifarsi
e acquetarsi delle passioni che il giorno o vigilando ha sentito,
onde fu diminuito e scemo. Però ogni passion debole, che in
aria si fa, gli si communica, et egli, non sendo astratto ad altro, le
sente. Quinci è che in sogno vedemo molte cose che non sono dagli
umori e vapori e affetti intrinseci moversi in noi, perché, come

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche