Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 143

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commune; ma gli angeli e demonii gran parte degli straordinarii
moti in aria mostrare, altrove fu detto, ché qui non è luogo.
CAPITOLO 10
Della sagacità de malinconici, puri e impuri,
e demonoplessia, e consentimento dell’aria

La malinconia, ch’è feccia nera di sangue arso, non è causa di sagacità
e d’antivedere, come molti si sforzano mostrare, e Ficino in
particolare nel suo libro De vita celeste l’accoppia col sangue, e
fa ambi spiriti aurei e belli, atti alla conoscenza, perché lo spirito
del sangue sano e florido è miglior solo che accompagnato di quell’inchiostro,
e più lucido e atto a ricever i moti veri e discorsi puri,
non perplessi e alterati come sono nelli malinconici, fuliginosi,
atti però ad indemoniarsi.
Dunque io dico che il tetro e negro umore misto col sangue genera
spiriti orribili e se non si purga il sangue, fa licantropia e paure
e pensieri brutti, che si veggono gli uomini smaniare e dilettarsi
delli luoghi fetidi e lordi, delle sepolture e cadaveri, perché lo spirito
infetto desidera cose simili a lui, e questi spesso sono indemoniati,
perché, come dottamente Origene scrisse, la malinconia
è sedia di spiriti maligni e del demonio, il quale, vedendo infetto
lo spirito corporeo di quel vapore, e che la mente è legata dall’orrore
a non poter operare, esso, ch’è impuro e lordo, si diletta di
quelle fuligini, et entra e si serve di quelle per dar orrore alla mente
e frenarla, et ei gode la sedia aliena. Però non si stupisca nullo
filosofo se la medicina purgativa della milza, vaso della malinconia
e mondativa del sangue, sana spesso l’indemoniati, ond’è nata
empia opinione che non ci siano demonii, ma solo umor malinconico
far quelle disorbitanze nell’infetto spirito, imperoché,
partendosi l’umore, il demonio, che di quello si serviva, si parte:

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