Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 146

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1’altre ragioni che assegna, ch’essi hanno corpo sottilissimo aereo
atto a patir facilmente, e questa passione è senso e sagacità, e dal
poco apparecchio della causa argomentano l’effetto velocemente.
E molte cose a questo proposito adduce, quantunque io creda
che siano incorporei.
CAPITOLO 11
La profezia naturale nello spirito,
la sopranaturale nella mente farsi,
e Aristotile e Galeno malamente confonderle;
e delle Sibille e Pitonisse

Ma la profezia che Dio dona agli uomini non comincia dallo spirito
corporeo, come nei malinconici e bruti si fanno le profezie naturali,
ma comincia dalla mente ch’egli ha infuso all’uomo, e in
quella mostra le cose altissime, et egli solo in quella resiede, muove
e insegna e opera nelle astrazioni tanto veementi che tirano lo
spirito e il corpo appresso verso il cielo, onde si son visti molti levati
in aria, come san Francesco, santa Caterina senese, e altri assai,
li quali, innamorati di Dio, vinsero il corpo e non furo vinti.
Se la calamita tira a sé il ferro e lo fa saltar in suso e sostenersi
pesole, è gran bestialità di quelli filosofi aristotelici che negano l’estasi.
S’unisce lo spirito di grosso ferro e vince la sua corpolenza
per l’odore del suo perfettivo, e il cane per pigliar la carne s’alza
tanto in suso dove per sé mai non arrivaria, e l’uomo per amor di
una ninfa fa azioni tanto difficili e scompiglia un esercito di gente
in un tratto. Or quanto più si deve credere che la mente s’alzi
in su dove aspira, e che lo spirito si riscaldi e unisca seco e tiri il
corpo in alto, con l’aiuto del divino amore, a lui pur communicato
e a tutto il composto per l’unione della mente? E questi si vede che,
toccandoli, non sentono, perché tutto lo spirito in alto
poggia e lascia l’esteriori parti smorte, che toccandole si frangono
qual vetro. Questo naturalmente farsi non può, massime tanto
tempo quanto questi cari a Dio stan sollevati in aria.

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