Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 173

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di Dio per questo.Ma io esperimentai che il demonio finge che
Dio sia soggetto al fato, perché esso, che non può far ogni cosa,
si possa scusare. Ma io in Metafisica provai che il fato essendo
l’accordo di tutte cause agenti e pazienti insieme ordinatamente,
bisognava dar la causa prima ordinante, non soggetta alli proprii
ordini per forza, ma perché son buoni, e così eletti da lei, che
non può errare, sempre avvenire secondo ab aeterno ha voluto e
prefisso.
Che sia fiorita la verga a Romolo e nate le corna a Cippo, e
Cinghi abbia passato il mar Caspio, come Moisè l’Eritreo, son
possibili per virtù divina che li ha voluti magnificare in questo
mondo, e per virtù diabolica che applicò l’attive alle passive cause,
e per natura. Altri osservarono il reflusso, come Scipione quando
prese Cartagine, e Amilcare passando un simile canale appo
Tunisi. Ma quello di Moisè esser miracolo dubita Giustino e Tacito;
ma dall’altre cose mirabili che tutto il mondo oggi le crede,
e dalla profundità di quel mare, si scorge che fu miracolo vero.
Pure Dio spesso si serve della natura come Rafaele arcangelo
si servì del fiele del pesce per sanar Tobia, e del fegato per iscacciare
il diavolo, e Isaia con un cataplasmo di fichi secchi sanò

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