Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 179

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e con la negrezza li tinge la lucidità, e col calore li vince il calore
nativo. Così dunque uccide ogni tal veleno. Ma altri sono acri e
corrosivi come il letargirio, antimonio, gesso e simili minerali, che
rodono l’intestino e mandano al cerebro acre essalazione e calda
e amara, e fan lo spirito amaro, e lo mordono e lacerano e lo tolgono
dalla sua simmetria e temperie, e per questo muore. Bisogna
dunque far universal dottrina che tutte cose che mandano esalazione
grossa, nera, acre, viscosa, sian fetide allo spirito umano e
tutte venenose, perché il fetore è vapor grave e caldo più del nostro
spirito.
Ora il fisico conosce queste cose dal calore, dal sapore, e dall’odore,
e dalla consistenza crassa o lenta, e dove vede concorrere
tutta la pravità, non bisogna dubitare di veleno; dove solo il colore
è nero e il resto è buono, genera solo malinconia; dove il colore
e l’odore è fetido e tristo, genera peste, putrefazione nel sangue,
gravezza nelli spiriti; dove pure il sapore è nemico alla lingua,
e la consistenza non è lenta, ma densa, come nell’elleboro e cicuta,
e più se molto umore ritiene, è certo veneno; ma se non concorron
tutte cose male, fan malo nutrimento a poco a poco, e disponeno
a morte, e infettano lo spirito.
Quinci faccio argomento che tutte le cose che puzzano sian
Perverse, e tutti li morticinii, e le biade nate in sterco, in letame
e a forza e non per natura, tanto arbori quanto frumento, erbe, e
tutti animali che si nutricano di cose morticine e di erbe e frutti di
poca vita, pure inducono in noi vita poca, perché quantunque il
nutrito converta in sé il nutrimento, nondimeno non è atto a trasmutarlo
in tutto che non ne resti qualità, laonde vedemo che la
carne di bue che magna rape odora di rape, e il porco nutrito di
castagne sentore ha di castagne, e gli ebri sempre di vino sapeno.
Dunque a poco a poco il nutrimento altera il nutrito insensibilmente,
e perché in sé era composto un cotal nutrimento di temperie
atta a durar poco, ora essendo alterato e trasmutato nella nutrizione,
ritiene pure quelli atomi e particelle che facevano in esso
tal positura e temperatura, e dispongono noi al natural loro.
Così pure bisogna fuggire l’acque putride e vini che presto si
mutano in aceto, ma più quelli che in liquore untuoso e di grave

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