Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 193

Precedente Successiva

Non ponno mirare i rabbiosi l’acqua, perché si rappresenta
in quella la figura propria umana che non è canina, e perciò è odiosa
a se stessi in quanto sono canini; o forse, se non del tutto sono
mutati, lor pare vedere il cane nemico, il che si può conoscere dall’amore
o odio che portano alli cani, perché li trasmutati li amano,
gli appassionati li temono; o forse l’acqua molle, dolce e blanda
è, per natura, nemica all’arida, acre e veemente temperie canina
rabbiosa. Molti si credono, per infermità, esser gallo o giarra, e vidi
uno ch’essendo sano, ma per lo troppo caldo si sentiva fastidito
e liquefatto, e ricordandosi delli melloni sfatti, gli venne in pensiero
che esso era un mellone sfatto, e così diceva esser mellone.
Questo nasce dalla gran debolezza del poco spirito, il qual non
può muoversi con li moti suoi ordinarii a considerare la sua passione,
ma, pensando quel che pate, subito che gli viene in mente
qualche simile a quel che pate, perché ha patito simile moto da
quello, si crede esser quella cosa. E questo si vede in sogno, dove,
gonfiandosi li testicoli, si communica alla testa il moto, e lo spirito
si pensa che si fotta di fuori, perché non è nelli sensorii degli occhi
e orecchie a vedere, e la prima imagine di femina o d’altra cosa
che in sé si sveglia, per quel moto conveniente a quella, si pensa fottere
quella tal donna, anzi pur la madre, e poi dice: è peccato, destandosi
in lui insieme il pensiero del peccato con la madre, e gli pare
che lo faccia a forza, perché non può correggere il calore dei genitali,
e si destano in lui tanti varii moti per le somiglianze, et ei ch’è
debole non può mirare chi lo muove fuor del naturale. Spesso per
qualche linea che sta nel muro ci pare vedere una biscia o un drago,
perché lo debole spirito di poca similitudine si muove alla credenza.
Ma il troppo forte, manco crede a quello che vede, perché
non può lasciare il suo moto ch’è più gagliardo, e questi non mutano
d’opinione per natura senza gran evidenza.
Generano i rabbiosi i cagnoli perché lo spirito è fatto canino e
del seme cani forma, così come il seme dell’uomo nell’utero feminile
forma uomo, perché ritiene in sé l’idea del generante il suo
spirito, talché secondo nutriva, arrivava e sentiva nel generante,

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche