Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 207

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Nel medesimo modo può stare che quei grassi appannino gli
occhi, e insieme inducano nello spirito odore asinino, o senso d’uva,
o di qualche altro a lor misto, e lo spirito affetto vedesse per
quest’impannata quella cosa di che è infatto, ma in poca similitudine.
E qui ha più forza l’affezione che l’esterna apparenza, come
chi teme un nemico chiunque vede gli pare esser quello, e
chi ama crede ogni donna che spunta esser quella sua; e a molti fu
persuaso che gli cresceva il naso, e quei se lo toccavano spesso, e
lor pareva certo che il naso ogni poco s’aggrandiva. E quanto può
l’affetto noto in questi, tanto può l’ignoto in quelli altri che veggono
teste d’asini, come si esperimenta nelli arrabbiati e punti d’affetti
a loro ignoti. Li malinconici veggono cose orrende per la negra
fuligine che han dentro; così questi, per il fumo asinino od altro
che l’abbaglia e infetta lo spirito, credono vedere le cose a
quella foggia.
Che altri vadan invisibili non può essere, se essi di fumosi instrumenti
non s’armano, sì che sempre il fumo li circondi o vero
abbagli gli occhi altrui; né il diavolo può farlo se non con questa
maniera.
Han fatto altri in ballo spogliarsi le donne spontaneamente. Io
non lo credo, se non qualche fumosità che dal lume procedesse,
che si sentissero suffocare il petto respirandola, o traer fuori il nativo
calore, come fa il zafferano, e per quella passion di fumi e pur
di polveri fatta si potranno spogliare, anzi, pisciar di sotto, se acuto
vapore di gettate polveri al cunno ascende, poiché con l’artemisia
e ruta si fanno venire li menstrui elle da sé, ponendosele nelle
calze.
Si fanno, con arte naturale e di prospettiva, molte cose a queste
simili che paiono impossibili a chi non le sa, come vedere nell’aria
pendere un’immagine che si riflette per certe palle di vetro
trapassando, e nel cono della piramide fa questa prova. Similmente,
baciando in uno specchio concavo o parlando, quel che sta
dietro a te, nel punto della riflessione dell’aria tornante dallo specchio,
si sente baciare o parlare; e li altri non lo sentono così bene,
perché s’unisce in mezzo l’aria come la luce, e non si spande.

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