Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 223

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mente umana, che perde pure la conoscenza d’essere mente umana
per l’unione dello spirito arrabbiato e fatto canino. Questa affezione
porta il fanciullo fuori e diventa tale qual si è procurato
dal mago.
Dunque, più la concezione che la natività ha forza, ma si può
variare, e la natività è perfetta e certa: però l’astrologo questa mira.
Può anche col latte mutarsi la temperie e costumi per la tenerezza,
e nutrice generosa generosi li rende, vile vili, come diceva Crisippo,
per le dette cause. Il medesimo si può dire nell’ingenerare la dottrina
al discepolo con l’impressione del desiderio, e mutargli il temperamento
con acque distillate, purgazioni e olii e aria e cibo e poto
convenienti a spirito puro, lucido e nobile. Ma la religione assai
più trasmuta, rimovendo gli affetti bassi e mettendo volontà divine
e celesti, e questo procede con natura disponendo e con grazia sopranaturale
perfezionando. E la fede senza nulla dubitanza, pura e
viva, è fondamento d’ogni altissima cosa. Dio ce la doni. Oh noi
meschini che ci fidiamo di cose vili, e però sempre vili diventiamo:
ecco che la stessa magia naturale scuopre la nostra sciocchezza.
Possibile è al mago, come fa nascere le piante dove li pare, far
nascere anco animali; ma solamente quelli che di putrefazione si
fanno, come sorci, pidocchi, mosche e serpi, ma non cavalli, elefanti
e uomini. Si dice che Archita fè una colomba che volava con
l’altre, e in Germania aquila a tempo di Ferdinando imperatore
si è vista; ma questo si è fatto con contrapesi, come gli orologi,
ché, volgendosi alcune ruote attorniate di fila, alzano e abbassano
l’ale; ma non credo io che avessero spirito e carne. Così le statue
di Dedalo con contrapesi e argento vivo si movevano. Pur si dice
che Alberto fece parlare una testa d’uomo, ma è favola: non
può, se non nell’utero, farsi animale tanto perfetto, perché ci vuole
nove mesi per perfezionarsi, e il sole non può le sue forze sospendere
in un luogo, ché la terra nell’altro vinceria il cielo, né calor
tale e seme affetto d’idea cavallina si può per arte concinnare.
Dunque, Dio provvide la generazione alli perfetti; all’imperfetti
l’una e l’altra, perché con poco magistero si finiscono. Avicenna

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