Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 225

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uomini selvaggi, come si vede spesso esser stati presi, e aver
imparato civiltà, e generato uomini, e io ne vidi in Roma; e da fanciulli
smarriti restano selvaggi. Tra Scozia e Anglia ve ne sono assai,
e molti in Moscovia, Scrifinia e Scandinavia.
Chi si mette a pensare e operare, farà più che non dico, mirando
bene li simboli del cielo e della terra. L’arte di volare è possibile,
poiché quelli che su la corda caminano quasi volano. Or se
uno, con cibi e astinenze atte, piglierà quella agilità e sicurtà di
questi funamboli, e poi si farà l’ali simili a quelle delle grue e saprà
imitarle bene, che tutte le braccia siano alate, e pur le gambe
e coscie pennute, sarà possibile volare, non come nuotare, ma con
più difficoltà, e passar d’una città ad un’altra, e di isola in isola vicina
con un volo, ma non troppo distante: pensi chi può. Volò Dedalo
senza dubbio, e uno in Calabria volò mezzo miglio, ma, nel
calare sopra una nucara, si ruppe una gamba e lasciò l’arte.
Questa sol’arte manca al mondo. Ma io qui non dichiaro l’arte, ma
solo dimostro il senso delle cose, nel qual si fonda la magia.
CAPITOLO 19
Esser necessaria l’astrologia al mago buono e la sua forza
Non ci è uomo sì grosso in terra che non si accorga che la generazione,
alterazione, corrozione, le stagioni dell’anno, i mutamenti
dell’aria, del mare e della terra, vengono dalli due luminari e dalle
stelle. E perché ogni cosa che qui giù si fa avviene da questi tempi
e mutanze, e ogni effetto nasce dall’alterazione e da generazione
e corrozione, è forza dire che nelle stelle Dio pose le leggi e ordini
di quanto avviene tra le creature corporali.
San Gregorio conobbe ch’erano vicini li segni del giudizio universale
nella luna, sole e stelle, da Cristo predetti, perché l’aria
era al suo tempo assai stranamente alterata, quando l’anomalia era

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