Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 234

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nobile e le Pleiadi alla vile, e che la stella solitaria in angolo è
nemica dell’esercito, e la cadente è buona a mancamenti, e l’angolare
ad esaltazione? E questo procede con viva ragione.
Tutte le stelle sono buone a tutto il mondo, ma alle parti altra è
buona, altra mala: agli uomini Giove e Venere son buone; alli serpi
e fiere velenose, Saturno e Marte; e quel che vedi giovare all’amico
a te, così pensa che a te utile sia, ma in quella parte o azione nella
quale ti è simile, non dove è dissimile, perché né similitudine senza
dissomiglianza, né dissomiglianza senza similitudine si trova.
Le stelle tra loro hanno altra magia, perché altramente sono affette
dalle vive lor possanze tra loro; ma a noi quella che dagli effetti
notamo conviene. Ogni cosa in terra è generata dal calore più
e meno robusto e in varie foggie operante, e ad ogni grado di cose
risponde qualche grado di calor simile, vegnente in giù dalla
particolare stella e ricevuto in tal temperie tale e tanto; e così li segni
variano li gradi e forze de’ calori. Paiono fredde alcune e secche,
ma sono tali in rispetto degli altri calori; però l’acqua par
fredda e il vino e l’erba, e pur caldi sono, e a lor gradi risponde tal
calor celeste che par freddo.
Ogni grado di caldo age contra ogni grado per la varia affezione
de la materia, e però l’acqua tepida toglie il fervore alla fervente
meschiandosi, e in più materia dilatando il fervore; e l’oglio
ammorza il fuoco serrando i pori d’ond’esce; e la cicoria rinfresca
il fegato facendo esalare la fiamma del fegato col suo blando calore
aprendolo, ché il robusto l’indurava; e l’acqua tepida al sole
sana la crusta e adustione del fuoco in noi, aprendo piano e facendo
esalare la fiamma dalla siccità ritenuta. Così Saturno rinfresca,
Marte punge, Giove e Venere fan blando calore; la luna vario,
secondo la figura, il sole cocente, Mercurio acuto, insensibile;
e, secondo il moto è tardo o veloce, imprimono tardi o presto
il calore, d’onde ogni influenza è. E così l’effetto resta, e più dal
luogo superiore che dall’inferiore per la dirittura e poco vapore,
e più dagli angoli per il medesimo, e più matutini, ché il sole li avviva,
non li vince, e più vespertini alla luna perch’essa giunge e riceve
forza, ma non è tanta che occupi la loro.

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