Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 31

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non sendo quest’umido in mezzo della terra, si scostaria e restaria
vacuo tra loro, a me non par vero, perché la contrarietà non discioglie
il mondo, anzi l’incita ad unirsi e combatter l’una parte
contra l’altra, e di soccorrere al vacuo a gara per occuparlo prima
dell’altra, e a moltiplicarsi, generarsi, e diffondersi per timor del
nemico; e si vede che con ira spontanea s’affrontano.
Dunque questo animale così se stesso vincerà come fa la febre,
ch’è fervore de gli spiriti armati a guerra contra l’umore nemico:
mentre pugna per male del nemico, discioglie tutto il composto.
Ma li medici non intendono questo secreto de la febre, e tutti
pensano che sia cosa mala, e io la stimo buona, perché, se non si
accendesse lo spirito contra il morbo e non facesse moti e polsi più
veloci e veementi, e calor più copioso non accendesse per consumar
il nemico umore, restaria vinto e morto subito; il che avviene
nelle subitanee morti, quando lo spirito non ha tempo d’infervorarsi
e armarsi; e quando nel fervore è vinto e non si fa diminuzione
di fervore con ordine, si muore: segno di copia d’umori maligni
che vince li spiriti e spegne. Ma nel mondo verrà l’opposito,
perché il fervore del cielo vincerà la terra nera e brutta, e morirà
questa fabrica, e tutto sarà celeste e nuovo e sano in altra guisa.
Stolta cosa è stimare che il mondo non senta perché non ha
gambe, occhi, mani. Questi stromenti convengono all’animale
spirito chiuso in materia grossa, che bisogna con quelli movere e
per pertugi sentire. Ma al mondo, per il moto basta la figura tonda;
mani sono i raggi e virtuti attive diffuse ad operar senza esser
chiuse in braccia grevi; e occhi sono le stelle e luminari che vedono
e fan vedere noi, che serrati in grossa mole siamo, e per le fenestre
de li sensorii miriamo quel che in tutta l’aria e cielo è aperto
e noto senza fenestre e occhiali. Tanta sciocchezza è negare il
senso alle cose perché non hanno occhi, né bocca, né orecchie,
quanto è negare il moto al vento perché non ha gambe, e il mangiare
al fuoco perché non ha denti, e il vedere a chi sta in campagna
perché non ha fenestre d’affacciare, e all’aquila perché non ha

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