Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 54

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è picciolo d’età, cresce assai, perché il blando calor fonde bene
il cibo in succo, e non scalda il corpo assai che n’esali da lui
molto; ma più gliene transustanzia che gliene tolga.
Poi, crescendo il caldo, il corpo si secca più nei giovani, e il color
non è sì bianco né si molle, esalando la tenuità che con sua
mescolanza dava mollezza e bianchezza; ma però sempre cresce,
mentre il caldo più può aggiungere che risolvere, e venuto in stato
di robustezza, che a noi è nei venticinque anni in circa, tanto ne
risolve quanto n’aggiunge, e così più non cresce la macchina; ma,
cresciuto il calore poi, più ne fa esalar dal corpo che del cibo a
quello ingerirsi, perché di più il corpo è indurato e non ammette
il transito del succo, e il caldo cresciuto risolve molti spiriti, e non
ponno li restanti ben fondere, dividere e nutrire, talché il corpo
s’aggobba e increspa senza succo, e il calor diminuito imbianca il
pelo, il quale dal molto calore era adusto e negro fatto, perché esalava
e mo non esala.
Finalmente si va scemando la nutrizione e perdendo lo spirito
a poco a poco, come la vampa della lucerna mancando l’olio che
la nutrica; e così all’ultimo esala tutto quel poco spirito, e seco la
mente che Dio a noi infonde, e resta il corpo qual estinto carbone
e lucigno arso; e questa morte fa senza dolore, ma l’altre, salvo
per tisi, ch’è simile a questa, si tan con dolore, perché o infiammazioni
guastano gli organi, o crudità empiono i vasi, o distillazioni
suffocano, e lo spirito, che in ogni fibra di carne e di sangue
e di nervosità vive, con violenza si disradica dal suo abitacolo, sendo
molto con molto umore attaccato e pasciuto; parte n’è suffocato
sovente.
CAPITOLO 11
Diverse maniere di sentire e significare
provano consenso in ogni cosa

Non può sentirsi mai la cosa che non si tocca; però le lontanissime,
non a noi approssimate, e quelle che non hanno corporal tatto

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