Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 85

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sa qual di questa gallina è nato, per l’uso distinguente. E certo se
il conoscere i particolari è segno di materialità e mortalità, questo
intelletto pratico sarà mortale, il quale è una sostanza con lo speculativo;
dunque, quello pure sarà mortale; e Iddio che tutti i particolari
conosce individuali, come disputa san Tomaso nel primo
delle Sentenze, sarà sospetto di mortalità secondo questi argomenti
di Aristotile; del che non si può più empia cosa pensare.
CAPITOLO 23
Ne gli animali senso, memoria, discorso
e giudizio sensitivo trovarsi, ma non mentale razionale umano

Che tutti gli animali sentano, nessuno dubita. Or che molti abbino
memoria si vede, che imparano i cavalli i salti, le simie i giochi,
e l’api si ricordano di tornare a casa loro. E perché questi non hanno
altr’anima che la sensitiva, bisogna dire che la memoria stia nell’anima
senziente. Che abbino reminiscenza pure è noto, perché,
quando patiscono qualche gran caso doloroso, per ogni passo simile
a quello s’adombrano e spaventano. Dunque dal simile il simile
in loro si sveglia; dunque han discorso, perché il medesimo è
conoscere dall’anticipato simulacro il presente e dal presente un
altro consimile; e si vede che, avendo magnato orzo il cavallo, da
quello tutti gli orzi conosce, e da gli odori li cani argomentano
qual sia la cosa odorata, e dal moto della selva discorrono a pensar
che qualche belva quivi si move; anzi argomentano con astuzia,
ché, correndo a pigliar la caccia, lasciano la via lunga, e pigliano
la breve, e si mettono all’incontro per dove ha da passare.
L’istesso nei falconi si vede. Il polpo per magnarsi la coquiglia
spesso dalle conche di quella che le serra viene ad essere offeso nei
piedi, et egli, perché non le possa serrare, astutamente getta una
petrella dentro le conche, e quella non più può chiuderle, e così
la divora; pure con astuzia alle pietre s’appiatta per parer pietra a’
pesciolini. La seppia getta l’inchiostro per oscurare l’acqua quando

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