Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 99

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lo moviamo, se va tra nervi lo spirito o facultà, donde nasca il
moto, come ridemo e piangemo e pensiamo, poiché tante questioni
si fanno di questo, dunque resta a dire che altro guidi noi a
fabricare il corpo, e così l’anima de’ bruti e delle piante da altri è
guidata, e che ogni anima stia in corpo come cieca e all’oscuro, sì
che non vede se stessa né le sue opere. E come s’io scrivessi questo
foglio all’oscuro dopo lungo sonno scordato del viver passato,
e uno che sta alla luce mi guidasse la mano, io non vedrei me stesso
né quel che scrivo, e poi mi potessi affacciare per la finestra dimandando
ad altri chi son io e come ho scritto; così per gli occhi
e orecchie spia l’uomo che cosa sia l’anima e come regga il corpo,
et esso stesso è anima che dimanda di se stesso.
E certo con tanta arte move l’anima il corpo, che con mille discorsi
non s’intende né si sa imitare, et ella subito senza discorrere
fa tutti questi lavori mirabili e azioni. E già di sopra abbiamo
visto che il calore architetta l’animale e la pianta, o sia altr’anima;
ma ora confessar bisogna che ogni natura sia razionalissima e sapientissima
a drizzar le sue opere al fine, poiché l’anima umana,
benché sapientissima più d’ogni animale e pianta, non sa quanto
l’architettore della pianta. E se quello è il calore, e l’anima nostra
è caldo spirito, come non sa egli quel che fa in noi e altrove?
O prima sapienza, aprimi la mente e illuminami in quest’ora,
ch’io ti possa intendere. Senza dubbio la prima sapienza, mente
altissima d’ogni cosa, per eminenza è dentro a tutte le cose, e tutte
le cose sono in lei; e senza moversi è velocissima, camina da fine
a fine del tutto, e ogni cosa opera come principale agente, e
ogni agente è suo instrumento, e gli errori degl’instrumenti sono,
non suoi, ma più risultano in laude sua. Però esso Dio, ch’è Possanza
prima, Sapienza prima e Amor primo, a tutte cose ha dato
possanza di vivere, e sapienza e amore, quanto basti alla conservazione
loro, in tanto tempo necessaria quanto ha determinato la
prima mente; né si può preterire.
Dunque il calore può, sente e ama essere, e così ogni cosa, e
desidera eternarsi come Dio, e per Dio nulla cosa muore, ma solo
si trasmuta, ma l’una all’altra par morta, et è in vero morta, così
come il fuoco pare al freddo malo, e in vero a lui è malo; ma per
Dio ogni cosa è viva e buona.
Dunque, quando il calor chiuso nelle grossezze non può esalare,
mancandogli il potere gli manca il sapere (ché questi si conseguitano

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