Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 225
il movimento, et operation della terra è la quiete,
che in sé la conserva, et di lei privata si strugge, sì come
il fuoco perdendo il moto s'estingue.
[AVERTIMENTI.
a. l’operazione non è azzione né passione, come stima Aristotele,
ma l’habito del essere. E però sendo conservativo, non può
stare con la mutazione - divisa in generazione, corrottione, augmento,
decremento et alterazione, le quali struggano il soggetto - in una
medesima definizione. Dunque non è sempre atto di ente in potenza,
ma in atto.
b. l’amare è passione in fatti e azzione in voce; il moversi
passione in voce et azzione in fatti; lo scaldare e l’essere scaldato
sono azzione et passione in voce et in fatti. Però s'ingannano i
Peripatetici chiamando ogni moto locale mutazione passiva, sendo
quel del cielo operazione ch'alcuni chiamano passione immanente.
Bisogna mirare alle cose, non alla voce.
c. La terra ha la quiete per la sua cosa vitale, e non
perché non può participare il ben del moto come cosa morta, secondo
disse Aristotele: anzi il moto sarebbe il suo male.]