Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 296
vessiche de gli huomini mostrano; overo dal freddo e dal
caldo a vicenda agenti, come le corna de gli animali e l’ossa
delle piante insegnano. Sono altre pietre sgattolose, perché
la terra dove si fanno non fu ben liquefatta in tutte le sue
parti dal caldo per la sua disformità, ma essalando
dal mezzo egli la rompe in arena et polvere, et le
rimanenti liquide unendosi concipeno l’arena in mezzo a sé,
et così più et manco dure si fanno, secondo che più liquore
o manco l’avvinse, come si vede ne i tufi et altre pietre
aggrettolose. Spesso arena grossa s'intramezza et breccie,
delle quali il liquore - essendo bene indurato con loro -
fa scogli rigidi et alpestri, dentro i quali si trovano conchiglie,
pezzi di legno et peli, perché si trovano nella prima
compositione a loro aggregati. Tanto più che hoggi è terra
quel ch'è stato mare, et cose marine si trovano, come nell’Egitto
che fu mare et nel Polesene et nel Padovano, dove
giungeva prima l’Adriatico venti miglia più
d'hoggi; et dove fu terra è mare, come verso la palude
Meotide, dove il mar cresce perché in Venetia manca; e
l’inondationi hanno alterato la terra e 'l mare. Questo
delle pietre imperfette. Condensandosi una pietra di