Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 325
[LIBRO QUINTO]
[DISCORSO PRIMO]
De gli animali.
Che per l’immobilità loro non potendo essercitar quelle
gli affetti del senso, si facessero altre piante mobili. Et
perché il moto dal caldo nasce, et questo movere non può
se non è in ordegno sottile et agile, commandò il Senno generarsi
molte sottigliezze - dette poi spiriti - dentro la terra
liquida e dura, sciolte da essa più che li spiriti arborei. Le
quali quivi uscir non potendo o temendo, coartate dall’aere
che le soffiava dentro per quelli meati ond'esse sottigliezze
volevano uscire, dentro vi rimasero. Et perché da tale
inspiratione risospinte in dietro dentro la mole, in
uscire s'ingeneravano et consumavano quella estenuandola,
et l’edifìcio cascava, cominciarono - a torno a torno girandosi
et per lungo stendendosi con l’addossata mole, la quale