Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 387
della rocca dello spirito, di questi bisognosa. E però,
assorto nella Idea, lo spirito vidde che la luce camina per
ogni cosa e si tinge d'ogni cosa, e che dando dentro
l’acqua e nell’altre cose diafane si rendea più unita e
viva, e che in quelle portava e rappresentava i volti delle
cose, i quali non offendeano quanto elle e si scorgeano assai
lunge da prima che in esse s'andasse. Però per discerner
da lunge l’amico e 'l nemico ente si fece uno specchio
e fenestra (ché n'ha due per meglio scernere)
dalla sostanza della sua rocca, che testa s'appella: e tanto
ben l’inchiostrò che non si può lavoro più bello vedere,
percioché <la fece> di quella membrana che la testa dentro
come una tappezaria di camera fornisce - in cui come
letto e piumaccio dello spirito il cerebro di quatro camere
distinto s'appoggia -, e poi uscita dal collo si spande nel
petto, cingendo dentro tutte le costate e muscoli loro, e
si divide in mezzo del fegato e del cuore, e però ivi piglia
nome di setto transverso. Onde ancora la membrana
stese due parti nelle fenestre in fuori, come borse strette
nelle buche, per dove escono, et allargate in circolo nella