Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 426
e la concupiscenza al febricitante, ciò non è segno che sia
altra la virtù che giudica da quella che s'addira e desidera, poiché
una ragione repugna all’altra, come appar nell’anima disputante
con sé stessa e con altre delle cose dubbie, e non però son due anime
razionali. Così dico che l’ira et amore son de lo spirito conoscente:
ma perché spesso senza fermarsi a considerare se fa bene s'adira,
et essendo tirato da due raggioni, una che dice doversi vendicare
per non esser sprezzato, e l’altra che non deve vendicarsi per
paura d'esser ucciso, per questa diversità di ragioni pare che sia
altra la conoscitrice dall’irascibile. Così mentre il caldo della
febre desidera amorzare et insieme teme di farsi mal
con l’acqua, par che sia altra la rationale dall’appetitoria, poiché
quando la ragione determina di far una cosa, l’ira non segue
più né il desio. E si fosser altre anime opposte e non conoscenti,
come Salomone aflerma, non si lascierìano né potrìano persuadersi
che lascino il proprio bene per seguir quel di altro. Dunque è
uno spirito così operante. El cuore è stromento della nutritiva, così
come il fegato e '1 ventricolo, poiché ogn'un d'essi patendo, anzi
solo lo spirito patendo male, non si fa buona nutritione. E nella
ira gli occhi crescono e si turbano, concorrendo molti spiriti, et
i nervi si gonfiano: dunque l’ira è de lo spirito che sta in loro, e
non del cuore. E così nell’amore luceno.
c. Galeno ben disse che i nervi ottici e la spinal medolla son
pertugiati perché vi passi lo spirito, ma malamente poi nega i pori
de gli altri nervi perché non si veggono, poiché né anche dei detti
si veggono. Onde Vessalio tutti li nega e dice che per tutti corre